Bien arrivé en France

Dopo la doverosa tappa al luogo sacro in cui affondano le radici della mia cultura musicale – il teatro Ariston di Sanremo – sono sbarcato in Francia.

Subito dopo il confine, a Mentone, mi sono seduto tronfio ad un bar sul lungomare. E mi sono intrattenuto con una coppia di ottagenuari tedeschi: “… ma tutto in bici? da dove vieni? dove vai? Come ti chiami? 2 fiorini…”

Ero lì che mi pavoneggiavo con i miei nuovi amici – “ma no, c’est très facile à faire… E poi, avete visto? ma quanto sono civili qui in Francia, con le piste ciclabili che iniziano subito dopo il confine ….” e via discorrendo – quando 3 ragazzini si sono avvicinati alla bici, hanno strappato il navigatore dal manubrio, e sono scappati via a gambe levate mentre la vecchietta si portava sgomenta la mano alla bocca.

Con la bici rovinata per terra e l’ottagenuaria in crisi cardiaca sono scattato, dico scattato, alla rincorsa dei malviventi urlando in falsetto “al ladrò! AL LADRÒ!!!!”.

Ma provate. Provate voi a rincorrere con le scarpette da bici tre ragazzini colti sul fatto e carichi di steroridi adolescenziali.

Sembravo Valeria Marini che rincorre i figli di Usain Bolt.

E magari qualcuno degli astanti sarebbe pure intervenuto in mio soccorso se non fossero stati tutti impegnati a sbellicarsi dalle risate manco avessero assistito dal vivo ad una gag di Totò e Peppino. Magari pensavano fosse uno spettacolo organizzato dalla pro loco.

E adesso? Come ci arrivo in Marocco senza navigatore? Traccio la rotta guardando la luna e le stelle? Chiedo indicazioni ai passanti? Compro un piccione marocchino e lo lego al manubrio? Oppure uso la mia bussola naturale, io che dopo 17 anni non riesco neanche a muovermi per Milano?

Mavvaffanculovà. In segno di sfida alla sorte avversa mi sto mangiando un plateau royal di ostriche e cruditè di mare. Non beccherò mica la matta.

Bien arrivé en France.

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13 risposte a “Bien arrivé en France

  1. chi pensavi di trovarci a Mentone, la buon’anima di Gigi Rizzi e la Bardot?dai Saibbo, compra un’altro navigatore e amen, vedrai che verso Marsiglia con gli zarri è ancora peggio!
    dai dai!!

  2. Io opterei per la più obsoleta ma sempre valida tecnologia “PSP” (in francais “Pravò Samò Pravò”), assolutamente impermeabile ad ogni tipo di furto o di guasto…

  3. Se al posto di fare la poverata di Mentone mi avessi dato ascolto e ti fossi fermato a Monte Carlo all’Hotel de Paris….
    Comunque, tieni il mare alla tua sinistra e sempre dritto!!!

  4. Bene, direi molto bene come inizio darione! Comprati in bel tomtom con indicazioni in siculo quello sicuro che nn te lo fregano…;-)

  5. Dario!!! Anche noi siamo stati assaltati sui boulevards di Nizza ma al grido della sprea da vero Tony Curtis nostrano ho derapato e ho fatto il fumo! Francesi dimmerda!

  6. Erano sicuramente in combutta con quei mefitici vecchietti, agenti segreti della culona inkiavabile… c’ha ragione il martire di arcore, non bisogna fidarsi di quella gente la’.. ma la pistola scacciacani non l’hai portata?? almeno potevi tirargli una ciabatta ….

  7. Infatti nella tua prima puntata , nell’elenco dei gadgets che avevi preparato il computer di bordo mancava… Si vede che il tuo subconscio sapeva che non sareste stati davvero compagni di viaggio . Così la prossima volta ti guarderai bene prima di sfottere per i corsi di orienteering fatti quando ero giovane e scout!
    L’orienteering, o sport dei boschi, consiste nell’effettuare un percorso predefinito caratterizzato da punti di controllo chiamati “lanterne” (paletto con punzone) e con l’aiuto esclusivo di una bussola e di una cartina topografica molto dettagliata a scala ridotta (da 1:4.000 a 1:15.000) che contiene particolari del luogo da percorrere. Luogo di svolgimento sono i boschi, ma possono essere utilizzati gli ambienti naturali in generale (alle volte si gareggia nei centri storici delle grandi città). Un percorso standard consiste nella partenza, punti di controllo indicati tramite cerchi (centrati nell’oggetto da trovare) uniti tra loro da linee immaginarie (ogni atleta si fa il percorso da sé) e caratterizzati da numeri che indicano l’ordine di percorrenza, un punto d’arrivo.

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