La tappa gratis

E anche quest’anno è arrivata. La tappa regalo. Quella che ti alzi al mattino e non hai tanta voglia di mettere il sedere sul sellino. E quindi tiri la colazione per le lunghe. Sfogli un giornale in una lingua che non conosci. Fai mille chiacchiere con il portiere della pensione. Gonfi le gomme. Ingrassi la catena. Leggi le mail di lavoro. Chiami persino tua mamma per chiedere notizie su Poldo. E poi, quasi per noia, alle 10 suonate agganci le scarpette e inizi ad andare.

Ma appena il cervello ordina al quadricipite di imprimere sul pedale l’energia necessaria per staccare l’altro piede da terra, capisci che oggi è il giorno della tappa gratis. Quello in cui i pedali vanno da soli e la bici fila dritta come un fuso, senza mai sbandare di una virgola, tracciando traiettorie perfette.

E tu non devi fare altro che metterti comodo sul sellino, goderti il panorama e rispondere regalmente ai gesti di incoraggiamento che qualche camionista ti regala.

Gli stessi rettilinei infiniti e assolati che fino a ieri ti sfiancavano, oggi vengono via con niente. I cartelli che indicano una salita del 10% ti fanno sorridere.

Ogni tanto butti un occhio sul GPS con lo stesso spirito con il quale guardi lo schermo nei voli intercontinentali. Giusto per essere partecipe di quello che sta succedendo.

La temperatura sale in poche ore dai 25 ai 40 gradi. Ma è solo un numero su un display. Il caldo è una sensazione che non ti appartiene.

La bici si assesta da sola sui 35km/h e tu non osi contraddirla.

In teoria ti saresti imposto la regola di fare una breve pausa ogni 30km. In pratica, fino a ieri, trovavi mille scuse per fermarti prima: “ma avrò legato bene le borse? Controlliamo và”. “Hmmmm, la catena cigola un po’: ingrassiamola…”. E così via di eccezione in eccezione.

Oggi invece il contachilometri gira veloce come una slot machine: 70, 100, 120…. E neanche un lontano bisogno di smontare dalla sella.

Ti viene il dubbio che questo possa essere l’anticamera di un infarto. Ma il computerino dice che la frequenza cardiaca è di 110. In genere ce l’hai più alta anche quando stai comodamente seduto sulla tazza.

E i chilometri aumentano: 150, 170, 180… 200.

A un certo punto noti che il battito è schizzato alle stelle. “Ecco, ci siamo”, pensi. Ma è soltanto perché l’iPhone ti sta regalando la migliore Bertè degli anni ’80 e tu proprio non ce la fai a non cantare a squarciagola “NON SONO UNA SIGNORAAAA…”. E cantare, si sa, stanca.

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7 risposte a “La tappa gratis

  1. Che dire…tutti gli anni inizio a leggere il blog pensando “e’ un pazzo vero, questa e’ una follia, ma chi glielo fa fare?” poi ci si appassiona all’impresa, poi si pensa che forse non sei cosi’ pazzo, anzi, che magari hai capito tutto e si finisce per desiderare di essere al tuo posto. Grande Dario, veramente.

  2. Miiii come avrei voluto esserci alla scena di un bruto baffone con la barba incolta che sembra un contrabbandiere bulgaro che pedala cantanto a squarciagola NON SONO UNA SIGNORA!

    Grande Dario!

    poi ripeti la scena alle 8 quando arrivi al tennis 🙂

    Sempre sintonizzato

  3. …Dario….Non me la racconti giusta….
    Dì la verità, in quella farmacia tu qualcosa hai comprato….Forse hai fatto troppo riferimento al ciclismo, all’ alcool, alle donne…..Poi mi vieni a dire che la strada era tutta in discesa, le salite ti facevano una pippa ed il contachilometri segnava una media che manco alla Vuelta de Espana!
    Perchè non racconti tutta la verità? Perchè non dici che ad un certo punto è spuntato da dietro un albero il bianconiglio che, buttandoti addosso un liquido fluorescente, urlava “Dario, vigor, seis fuerza increìbile” , che lo stregatto ha sostato permanentemente sul pennone del tuo stendardo (meno male che per lui la gravità non esiste!) e che non era dall’ Iphone che scaturivano le note della Bertè ma dalla viva voce di Alice! 😉

    D’altra parte, la foto del precedente post, quella in cui si vedevano le gambe puntare al cielo come a Woodstock (e la stessa inquadratura forse non era voluta), non lasciano dubbi.

    Lasciamelo dire Dario: “sei STUPEFACENTE”!! ;-))

  4. La serata di apertura del Plastic di settembre pare che la vogliano intitolare House of Berber. Cosi vieni vestito da ciclista e canti con la Strixia!

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