Il foulard e l’onnipotenza

E dopo la tappa gratis è arrivata anche la tappa dell’onnipotente.

Ti svegli al mattino e ti senti, molto semplicemente, dio.

Per colazione ordini un bocadillo con jamon, un pan con tomate e una porzione abbondante di tortilla bavosa. Mandi giù il tutto con un cortado e una orchata doppia. Poi, ti butti indietro sullo schienale della sedia e cacci un sonoro rutto con contestuale pugno sul tavolo che neanche Franchino.

Come meta del giorno scegli Ècija (si pronuncia, non a caso, Essicca). Il terrore di tutti i ciclisti iberici. La città nota soltanto per registrare le temperature estive più alte di tutta la penisola iberica: “Hoy hace mucho calor in toda la península: a Madrid hay 41 grados. A Barcelona, 35. Pero el récord lo tiene, como siempre, Écija donde hay 46 grados…”.

Sorridi all’idea che oggi sia anche ferragosto, il giorno simbolicamente più caldo dell’anno.

Ma tu sei dio. Niente ti spaventa. Ècija ti aspetta.

Il GPS ti offre due percorsi: uno dritto tra le valli e uno sterrato che costeggia un fiume. Ovviamente scegli il secondo, sennò che dio sei.

Il percorso è all’altezza del tuo livello di testosterone e tu veleggi su e giù per decine di collinette con terrazzamenti di ulivi che degradano sulle sponde del fiume.

Tutto fila liscio fino a quando, dopo 15km di sterrato, compare un segnale che recita “carrettera cortada por inundaciones”. Se tu non fossi dio, imprecheresti il dio che non sei e torneresti sui tuoi passi incazzato come una pantera. Ma siccome sei dio, ti ostini ad andare avanti ‘che tu con le inondazioni al massimo ci fai pratica per separare le acque del Mar Rosso.

Di rimontare sulla bici neanche a parlarne tanto è sconnesso il terreno. Ma vai avanti. A spinta prima, con la bici in spalla dopo.

In meno di un’ora capisci che tu non sei affatto onnipotente. Sei semplicemente uno sfigato. Anzi, te lo ripeti a voce alta come un mantra, piagnucolando: “sei uno sfigato, sei uno sfigato, sei uno S F I G A T O….”.

Ma ormai hai fatto troppa strada. Giochi un all-in come se fossi a Las Vegas e vai avanti sperando che prima o poi ‘sti cazzo di oliveti portino da qualche parte.

Dopo tre – dico tre – ore di trekking (durante il quale hai percorso a dir tanto un chilometro), ti trovi davanti ad un muro di cinta.

Non ne hai mai scavalcato uno. Sei nato e vissuto in città: al massimo hai scavalcato una rotaia del tram. A quarant’anni ti tocca pure questo.

Smonti le borse dalla bici e le lanci una ad una oltre il muro. Poi costruisci un piccolo muretto di pietra per sollevarti il più possibile, e con tutta la delicatezza del mondo catapulti dall’altra parte anche la tua bici da un milione di dollari. E poi, “uno, due e ttttt…. uno, due e ttttt, uno due e porcaputtanaTREEE”, al terzo tentativo ti ritrovi nella posizione del leone marino a pancia sotto in cima al muro. Un ultimo colpo di pinna e, oplà, sei dall’altra parte.

Rimonti le borse sulla bici. Cerchi di staccarti tutti i rovi che ti si sono appiccicati sulla tutina di licra. E rimonti in sella. Ma hai la sensazione che manchi qualcosa. Ti viene un atroce dubbio: fai una decina di saltelli sulle tue scarpette da bici guardando rapidamente a destra e sinistra oltre il muro che sembri il fratello scemo di Roberto Bolle e …. lì, mestamente poggiato per terra dall’altra parte del muro, giace il tuo casco.

Ci sei affezionato a quel casco: ti ha protetto dai lanciatori di sportello napoletani e dai camionisti bulgari. Ma di rifare il leone marino in cima al muro non se ne parla proprio. Del resto ogni impresa ha le sue vittime.

Sarebbe una storia a lieto fine se non fosse che, per proteggerti dalle insolazioni, non hai trovato di meglio di un foulard da ballerina di flamenco.

Un’umiliazione, a eterno monito contro l’uomo che per mezza mattina si credette onnipotente.

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9 risposte a “Il foulard e l’onnipotenza

  1. Dario ricorda che in Spagna i cartelli stradali dicono la verita’. Curtada vuol dire proprio cosi’ Da noi meno credibili e a volte possibilisti. Sei a buon punto Tangeri ti aspetta, e mi raccomando bevi.

  2. Dario!!! Pezzo da paura il meglio che hai mai buttato giù… Non voglio pensare al tuo casco da solo di lá dal muro ma tu sei un gran figo lo stesso anche con la bandana di don lurio in testa! Mucha mierda!

  3. …A parte la descrizione della colazione, che mi ha fatto venire in mente questa mitica scena…

    Rimanendo in tema, da come che hai (superbamente) raccontato la giornata, mi sono convinto che tu abbia un pò il “fisique du role” di un personaggio di “Trinità”: Barba incolta, spettinato, impolverato: Magari non sarebbe stato male caricarsi sull’ Iphone la colonna sonora, che mi risuonava nella testa mentre leggevo la tua recente (dis)avventura.

    p.s. Spero che il foulard si intoni con la tutina! 😉

  4. Da blogger a blogger
    Ti ho sempre detto che scrivi bene e i tuoi articoli sono fantastici

    Questo è il migliore! …dio

    Sempre sintonizzato

  5. Non c’è dubbio… sei l’uomo da 6 milioni di dollari de’ noantri o il Forrest gump della bicicletta. Vai Dario, vaiiii!

  6. Longo pero’ come lieto fine del meraviglioso racconto sarebbe bello vedere anche una foto con il foulard da ballerina di flamenco. Credo che i tuoi lettori apprezzerebbero tanto e chissa’ magari lanceresti anche una nuova moda cicloturistica…

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