Achtung: tombino!!

La Germania è finita. Ma non prima di avermi regalato un tombino nel quale mi tuffo con la leggerezza dei miei 90kg.

Ne riemergo con due raggi della ruota posteriore rotti e una bestemmia in canna.

Sono le 6 del pomeriggio. E mancano 50km a Travemunde, dove tra qualche ora dovrei imbarcarmi per Helsinki.

I raggi di ricambio me li sono portati dietro, come ogni anno. Ma ho il buon gusto di non tirarli neanche fuori dalle borse che potrei giusto usarli per farci l’uncinetto.

Appoggio la bici su un fianco, a bordo strada, e inizio a sbracciare sperando che qualcuno si fermi.

E invece inizia a piovere.

Smetto di fare la danza della pioggia e mi limito a tirar su il pollice destro fingendo nonchalance.

Dopo due minuti si fermano due ragazzi che mi tirano su sul loro pick-up. Mi ripropongo di usare la stessa tattica a Milano.

Dopo 10 minuti mi mollano al primo centro abitato e davanti ad un negozio di biciclette.

La saracinesca è abbassata ma io busso confidando nella fortuna che aiuta gli audaci.

Da dietro la saracinesca appare una donna sulla cinquantina che mi sembra di riconoscere dal ristorante di due sere fa. Mi fa capire che il marito non c’è e di ripassare domani.

Io inizio a sbracciare ripetendo “Travemunde”, “Ferry boat”, “Tonight” e poi congiungendo le mani in preghiera “pliiiiiiiiiiis”.

Ripeto questa routine due, tre volte fino a che la bionda non chiama il marito al cellulare. Poi riattacca ed io pendo dalle sue labbra aspettando il verdetto.

“One hour, wait here”.

Se non ci fosse la saracinesca le salterei addosso per riempirla di baci come immagino farebbe Ugo. Invece mi siedo e aspetto pazientemente l’arrivo del Salvatore.

Dopo un’ora e mezza arriva il marito. Mentre ripara la ruota mi fa mille domande. Io rispondo evasivo e guardo nervosamente l’orologio facendogli capire di darsi una mossa, cazzo.

Alle 21.30 sono finalmente di nuovo in sella. Piove e mancano 50km e tre ore all’imbarco.

Realizzo che lasciare a casa la luce anteriore per alleggerire la bici di altri 200gr non è stata una buona idea. “Tanto a Capo Nord c’è luce 24h su 24”, pensavo. Sì, ma prima a Capo Nord ci devi arrivare, cazzone!

Per fortuna la luna è piena e la pista ciclabile sgombra di passeggini.

Pedalo a testa bassa contro il tempo e dopo un paio d’ore, affamato e infreddolito, dietro un’ultima collina scorgo, finalmente, il mare.

Mentalmente metto un’altra bandierina nella mia lista di obiettivi raggiunti: Mar Baltico. Ce l’ho.

Non ho neanche il tempo di farmi un selfie e mi dirigo a capofitto verso le gru del porto. Arrivo quando il check in è quasi finito.

Pedalo gloriosamente sulla banchina del porto e in cima alla rampa che mi porta sul traghetto. Sulla rampa zigrinata del traghetto mi alzo in piedi sui pedali perfino. E poco ci manca che non mi ribalti giù in acqua.

Mi riaccomodo sul sellino per gli ultimi metri e finalmente trovo protezione dalla pioggia nella stiva del traghetto per Helsinki.

Germania, auf wiedersehen.

7 risposte a “Achtung: tombino!!

  1. Di sicuro, quel tombino sarà stato sistemato da un oriundo italiano, magari parente di “Hugo”: Certe cose in Germania non succedono, se a fare il lavoro è un locale…;-)

    Io invece oggi ho “inciampato” in una doppia granita con panna e brioche, poi è normale che i tombini killer proliferino qui da noi…..e volevamo vincere la guerra!!! 🙂

  2. Ma sei riuscito a fare una giornata intera senza acquazzoni??
    Vai Darione, che Helsinki e’ detta la Norimberga di Finlandia….

  3. Grande Dario !!!
    Tu il tombino io una bella fioriera con la macchina in retro…
    Che dire … La bestemmia è in canna anche qui in Italia

    Sempre sintonizzato

    Max

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