La notte prima dell’ultima tappa dormo sempre male. Mi prende l’ansia del traguardo, la paura di avercela fatta.
Alle 5.30 smetto di rigirarmi nel sacco a pelo e mi rimetto addosso la tutina di lycra ancora fradicia dal giorno precedente. Smonto la tenda, carico la bici e alle 6 sono pronto per fare colazione. O meglio, sarei pronto per fare colazione se il bar più vicino non fosse a 95km di distanza.
Sono fradicio, infreddolito e affamato ancora prima di iniziare a pedalare. Ci sono tutti i presupposti per non riuscire a fare più di 20km. Dovrei scoraggiarmi ma non lo faccio, perché questa è l’ultima tappa. E l’ultima tappa è sempre gratis. Non devo fare altro che agguantare il manubrio e chinare il busto in avanti che la bici inizia ad andare da sola, alimentata da un’energia che deve avere accumulato durante questi 3.000 km.
Le ruote scivolano veloci su una lunga striscia di asfalto nero appena tirato che segue l’andamento a zigzag di questo fiordo. La strada è una lingua scura che a tratti si impenna cento metri sopra il livello del mare, su per una scogliera scoscesa, e poi si rituffa tra le onde. E a tratti si immerge nelle viscere delle montagne scavando tunnel nella roccia che grondano acqua e mi fanno venire i brividi come la casa degli orrori del luna park.
Il contachilometri corre veloce verso il traguardo. Ma a 30km dall’epilogo il destino mi mette davanti all’ultima prova, la più dura di tutto il viaggio.
Le gallerie in bici mi terrorizzano. Lì dentro Il rombo dei motori è talmente assordante da disorientarmi.
Ma quella che mi ritrovo davanti non è la solita galleria che attraversa una montagna. È un tunnel che unisce un’isola con la terraferma passando sotto il mare.
Mi tocco per tre volte i maroni e, aggrappato alle leve dei freni, mi tuffo nelle mie paure. Il tunnel scende con una pendenza dell’8% per i primi 3km: fino a 200 metri sotto il livello del mare, forse di più. È una discesa agli inferi, tanto veloce da costringermi a deglutire per compensare. Poi la lenta risalita fino all’isola di Capo Nord.
Il traguardo è un’ampia piazzola dove tutti scendono dai loro mezzi e si danno un cinque per suggellare il traguardo: i padri con i figli, i camperisti con altri camperisti, gli sfigati di Avventure nel Mondo tra di loro, i motociclisti con gli altri motociclisti.
Io scendo dalla bici con il braccio destro alzato sperando che qualcuno mi dia un cinque, anche soltanto per errore. Dopo 10 minuti lo tiro giù perché non mi caga nessuno.
La felicità di avere raggiunto una meta così sofferta è in parte oscurata dall’impossibilità di condividerlo con qualcuno. Mi allontano qualche decina di metri per montare la tenda anche se non si potrebbe. Poco dopo una decina di tedeschi sulla settantina mi viene incontr. “Mi vorranno dire che qui non si può campeggiare”, penso. E invece vogliono soltanto stringermi la mano, riempirmi di domande e fare una foto: di me, della mia bici, della mia tenda. E della bandierina dell’Italia che ho smontato dalla bici e ho piantando per terra come fece Armstrong quando scese sulla luna.
Come sempre grazie per la compagnia. Senza, non avrei superato neanche le Alpi.
semplicemente un idolo.
ogni sera mi agganciavo al wi-fi della sciura francese che mi ha affittato casa solo per avere qualche tuo racconto, un aneddoto…
Un’altra estate con SuperDario!
Virtualmente di cinque ne stai ricevendo tanti Darione. Veramente una impresa quest’anno. Credo che ne avrai tante di cose da raccontare per accompagnare il caffe’ del mattino in studio e non vedo l’ora di sentirle!!
Dopo Capo Nord direi che l’anno prossimo ti sarai meritato una clinic di tennis e un blog “Bollettieri Express” in cui, al massimo, raccontare di dritti, rovesci e vole’.
Grandissimo Darione, veramente.
P.S.: stai passando la serata a festeggiare l’impresa con i tuoi nuovi amici di Avventure nel Mondo, dillo!
…C’è una domanda che mi sorge spontanea: Ma, dalla piazzola di Capo Nord (vestito di lycra, per giunta), come ci arrivi in un posto civile dove poter rientrare?
…Comunque…
Il “cinque virtuale” te lo batto con entusiasmo e rispetto, per la tua simpatia e la tua caparbia volontà: Ormai le tue avventure fanno parte di questo periodo, forse costituiscono addirittura un valore aggiunto.
Ogni anno riesci a stupirci, non mi immagino nemmeno cosa succederà il prossimo anno: però, ti prego, prima di congedarti da questa terra, fai pace con la renna!
Dario trovo molto vera la descrizione del percorso di arrivo al traguardo. Letteraria,(discesa agli inferi) attuale ( il tocco ai maroni) e condivisibile perchè con l’immaginazione a distanza ci si immagina la scena( tunnel…bandierina).
L’emozione speciale é tutta tua….a me ha fatto molto piacere seguire a distanza e partecipare al tuo traguardo. Ciao!!!!
Dario tu sei il nostro Dio!!
E ora inguainato da Eva Kent , ne abbiamo la prova!! Evviva Longo!!!!
Bravissimo!!!
E mo’ come torni???
Porca Vacca!!!
Spettacolo, complimenti, butto in alto la mano per battere il cinque.
Chapeau!
Darioooo!!! Sarà per le difese emotive abbassate dal febbrone effetto rientro da patmos ma tutte le volte che rivi e pianti la bandierina mi viene una roba dentro di emozione e gnola! Sei un grande anzi grandissimo e poi in lycra nera come la carrá ai tempi di mille luci spacchi di brutto… Adesso traghetto postale superlusso e fanculo la bici? Baci dai paolis…
Ma, nella foto ricordo del tuo arrivo a Nordkapp, non avevi niente di meglio di che brindare con Slava Cola Diet?
….Non oso immaginare il momento dell’ apertura… 🙂
Mi unisco a tutti gli altri per darti anche io il mio 5 virtuale
Le tue imprese mi tengono compagnia da ormai tre estati e secondo me dovresti scrivere un libro
Bravo Dario!
Ora è tempo di tornare e di buttarti in imprese …. Sulla terra rossa!
A presto
Max
Congratulazioni!!
Se fossi stata li in questi giorni anziché 3 settimane fa, te l’avrei dato io il cinque, io e il mio gruppo (sfigati di ANM), come abbiamo fatto con Claudia, “ragazza” di Varese che in 45 giorni ha raggiunto Nordkapp in bici con la sua tenda. L’abbiamo conosciuta e festeggiata nello stesso momento, sentendoci davvero un po’ sfigati davanti a quell’impresa!
Idealmente, allora, festeggio anche te (in effetti anche per il tunnel sott’acqua).
congrats!
Grande Claudia!!
Ma forse il braccio alzato è stato scambiato x gesto politico?
🙋
Bravissimo, buon rientro!
Ma ora un po’ di sano relax superlusso come piace a te no?! Ora bisogna far diventare anche questo blog un best-seller..!!
Alla tedesca: bravizzimo, bellizsimo, mantolino itagliano! Se torni ti diamo tanti cinque che ti facciamo uno smoothie di banane altro che il tuo operaio e il suo cassone! Ok quando torni???
finalmente tranquilla bravissimo senza dubbio sono fiera di te ma….col fiato sospeso. torna a lavorare và baci